E' ora di dare giusta luce a uno dei più grandi Tenori del XX Secolo: Hipólito Lázaro.
Nato a Barcellona nel 1887, dopo aver studiato in Spagna e aver debuttato Rigoletto, L'africana, Il trovatore, Carmen, Aida e Tosca, sentì impellente il bisogno di migliorare la propria tecnica vocale e si perfezionò allora nella grande Scuola Italiana con il Tenore Ernesto Colli che potete ascoltare qui:
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Il Tenore Ernesto Colli, Maestro di Hipólito Lázaro |
Per avere un'idea di quanto abbia giovato a questo Tenore la Scuola Italiana è sufficiente ascoltare una delle sue registrazioni o leggere quel che egli stesso scrisse sul libro "Mi metodo de canto".
La sua leggendaria, meravigliosa voce, unita ad una tecnica vocale acquisita appunto in Italia praticamente perfetta, lo ha portato a cantare in tutto il mondo: Londra, El Cairo, Alessandria d'Egitto, Porto Said, Milano, Genova, Roma, Buenos Aires, New York, Porto Alegre, Rio de Janeiro, La Habana... Hipólito Lázaro fu anche primo interprete, come tenore protagonista, in "Parisina" di Mascagni nel 1913 alla Scala di Milano, ne "Il piccolo Marat" di Mascagni nel 1921 al Costanzi di Roma, entrambe sotto la direzione del compositore stesso, e in "La cena delle beffe" di Giordano alla Scala di Milano nel 1924 diretta da Toscanini.
Possiamo renderci conto di quanto fu stellare il successo di Lázaro come Tenore, semplicemente immaginando cosa dev'essere avvenuto quando, al termine della recita di Rigoletto ( 31 gennaio 1918) fu chiamato alla ribalta, per gli applausi QUINDICI VOLTE! (1)...
Per non parlare della prima assoluta de "Il piccolo Marat" (2 maggio 1921 al Teatro Costanzi, attuale Teatro dell'Opera di Roma).
Il maggiore biografo di Lazaro, Miquel Perez Garcia, Racconta la testimonianza del tenore Miguel Barrosa, presente alla prima: narra Barrosa che Hipólito Lázaro, chiamato dal pubblico, dovette uscire per gli applausi personali più di 30 volte!
Per non parlare della prima assoluta de "Il piccolo Marat" (2 maggio 1921 al Teatro Costanzi, attuale Teatro dell'Opera di Roma).
Il maggiore biografo di Lazaro, Miquel Perez Garcia, Racconta la testimonianza del tenore Miguel Barrosa, presente alla prima: narra Barrosa che Hipólito Lázaro, chiamato dal pubblico, dovette uscire per gli applausi personali più di 30 volte!
Un altro giornale, per la stessa serata parla del suo cantar fluido, in modo veramente eccellente e nello stile della tradizione italiana (2)
Non mancano, sempre per il Metropolitan, ma stavolta per "I Puritani" di Bellini, commenti sulla sua voce eccezionale e sui suoi acuti straordinari (3)
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Il Tenore Hipólito Lázaro con il Compositore e Direttore d'orchestra Alberto Bimboni (1900) |
La conduzione duttile e flessibile tipicamente belcantistica dello strumento vocale di Lázaro, nato con un timbro straordinariamente suadente, ma così intelligente da aver accuratamente studiato in Italia come poterla usare a regola d'arte, è testimoniata dalle numerose registrazioni che egli ci ha lasciato.
Proponiamo qualche ascolto, partendo proprio da Rigoletto e da I Puritani:
Hipólito Lázaro è stato anche il tenore preferito da Mascagni, e molti tenori che fraintendono la scrittura verista come larga e grossa dovrebbero invece trovare ispirazione in una lettura ricca di fraseggio morbido e timbro vellutato come quello di Lázaro.
La vena didattica di questo grandissimo Tenore del Novecento è stata così forte che egli ha lasciato, come dicevamo, un prezioso testamento per tutti gli studenti di Canto e in particolare per i Tenori: "Mi método de canto". Il libro è una miniera di informazioni preziose sullo studio del Canto Lirico, e torneremo sull'argomento con altri post dedicati alla sua meravigliosa Tecnica Vocale.
Ci auguriamo che un gigante della lirica come Lázaro, considerato assieme a Miguel Fleta, Caruso, Gigli e Pavarotti come uno dei più grandi Tenori a livello mondiale, sia di ispirazione a tanti studenti che hanno velleità carrieristiche prima ancora di aver seriamente imparato ad usare con la giusta tecnica il proprio strumento vocale. E prima di pensare che ascoltare Lázaro sia qualcosa di "passato", provate a immaginare cosa potesse voler dire conoscere personalmente Puccini o Mascagni o essere chiamati alla ribalta 15 volte dagli applausi al Metropolitan. Oltre all'immenso valore effettivo di questo meraviglioso Tenore, sarebbero bastati anche solo questi semplici elementi per entrare nel mondo della leggenda nel senso più alto del termine. Ma sempre, e comunque, a servizio della Musica!
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Il Tenore Hipólito Lázaro nel 1900 |
(1) Review of W. J. Henderson in the New York Sun, 31 January 1918 Metropolitan Opera House, Rigoletto
"In these days when so many newcomers are arrived to make themselves heard upon the opera stage, it will need a singer of exceptional worth to capture more than cursory praise. In that small class, however, must be cleared an unhesitating place for the new tenor, Hipolito Lazaro, who appeared for the first time before a New York audience in last night's performance of "Rigoletto" at the Metropolitan. Fifteen curtain calls at the end of the last act was only the final token of the large audience which, at first sight of him, clapped a hospitable hand. Tenors are not indulged with the high pandemonium that greets your new sopranos, but there were many from top gallery down, who cheered the young tenor-he is still in this middle twenties-to the point of needed throat lozenges to-day."
(2) The New York Journal, 31 January 1918, Metropolitan Opera House
"The new tenor made a distinctly favorable impression. He has no difficulty in quite winning his audience from the very outset and was generously applauded then and later throughout the evening. He suffered little from unsteadiness of nerve after the first few moments of his appearance at the beginning of the [first] act and his vocal apparatus therefore, obeyed the muscular mandates he put upon it. Mr. Lazaro appears to be a singer with a genuine tenor voice, and unmistakably of the robusto rather than of the lyric classification. It is a voice of not unusual volume, although quite powerful enough to be easily recognizable as of the sort befitting so large a house as the Metropolitan. Mr. Lazaro sang last night with much smoothness of delivery and excellency within the Italian tradition as to style. Natural beauty infused his tones, which contained no "whiteness' even at their highest."
(3) Review of Pitts Sanborn in the Globe, 18 February 1918, Metropolitan Opera House
" Mr. Lazaro has an exceptionally high voice for Arturo, and an exceptionally rich voice as well, and all the fervor any part requires. In the last act his high notes - the highest I am sure I have ever heard a tenor sing, though I cannot be certain whether he stopped at D, E flat, E or mounted even to F! - were in their power and quality, as well as their dizzy altitude, simply electrifying."
Non ci resta che lasciarvi con un breve saluto fatto direttamente da Hipólito Lázaro: